Che ruolo gioca l’autopsia nella diagnosi delle malattie respiratorie negli ovini e caprini?
Svolge un ruolo fondamentale perché è il primo passo per comprendere la direzione del problema respiratorio. Esistono molteplici problemi respiratori negli ovini e, senza un’autopsia, è impossibile ottenere una diagnosi accurata.
Nel caso dell’apparato respiratorio, l’autopsia è estremamente importante per orientare la diagnosi.
Quale sarebbe il protocollo per l’autopsia in caso di problemi respiratori?
Si raccomanda di non limitarsi solo al torace. Nei ruminanti è essenziale aprire completamente: collo, laringe, trachea…
È fondamentale osservare il volume del polmone all’interno della cavità toracica. Successivamente, aprire la testa, le narici e i seni, così come le tonsille faringee e i linfonodi retrofaringei. Infine, esaminare attentamente tutto il polmone, in particolare quello destro, che contiene il lobo cranioventrale. Questa parte, essendo la più ventrale e craniale dell’animale, possiede un bronco molto corto che facilita l’ingresso di batteri, motivo per cui è spesso colpita.

Parliamo di M. Haemolytica. Esistono lesioni tipiche causate da questo patogeno?
M. Haemolytica è un microrganismo particolare in quanto è sempre presente nel sistema respiratorio e produce tossine, come le leucotossine.
Quando la crescita del batterio è graduale, questo produce una quantità minima di leucotossina, causando una risposta infiammatoria più lieve. Tuttavia, quando cresce più rapidamente, ne genera un’elevata quantità che è devastante per molte strutture. In particolare per strutture vascolari, macrofagi, neutrofili, che muoiono e rilasciano il loro contenuto enzimatico nei tessuti circostanti. Questo provoca necrosi ed emorragia. Inoltre, attraversando i vasi sanguigni, inducono alterazioni vascolari, come iperemia ed emorragie in altre aree.
Esiste anche Bibersteinia, che si diffonde nell’organismo e provoca setticemia, causando ulteriori complicazioni.
A livello di lesioni, è possibile distinguere tra Mannheimia e Bibersteinia?
No, è difficile differenziarle a livello di lesioni. Sebbene questi batteri sembrino colpire aree diverse, l’analisi microbiologica ha dimostrato che entrambi provengono dai polmoni. Tuttavia, se vengono rilevate lesioni da setticemia nel cadavere, accompagnate da necrosi e fibrina nelle tonsille senza lesioni polmonari, il primo sospettato sarebbe Bibersteinia.
I polmoni contengono sempre batteri, che fanno parte della flora batterica. Tuttavia, il polmone li “depura”. Questi batteri provengono dalle cavità nasali e circolano costantemente dentro e fuori i polmoni.
E questo può rendere difficile la diagnosi, giusto?
Sì, è un problema che a volte si presenta nella diagnosi. Dal mio punto di vista, è sempre necessario prelevare campioni da tre aree, se possibile: cavità nasale, tonsille e polmone.
Raccomando questi tre campioni. Tuttavia, in alcune circostanze, potrebbe non essere possibile. Se dovessi sceglierne uno, allora consiglio di prelevare quello proveniente dalla lesione più evidente. Cioè, in caso di rinite grave, il campione va prelevato da questa zona. Se le tonsille sono piene di fibrina, il campione deve essere prelevato da lì. Poiché ciò indica un danno batterico, è essenziale raccogliere il campione dalla lesione più evidente, indipendentemente dal fatto che si trovi nella cavità nasale, nelle tonsille o nel polmone.
Quando possibile, dovrebbero essere prelevati campioni da cavità nasale, tonsille e polmoni.
Hai qualche consiglio per i veterinari riguardo alle pratiche di autopsia?
Ricorda che sono un patologo e sono convinto che questa sia una tecnica utile. Ritengo che i veterinari eseguano già l’autopsia con una certa frequenza. Tuttavia, i protocolli devono essere adattati per essere meno complessi e più pratici, in modo da evitare che diventi un ostacolo e possa essere eseguita più facilmente.
Nelle università insegniamo protocolli adatti ai laboratori di autopsia e alle dimostrazioni per gli studenti. Tuttavia, sul campo, è necessario adottare un approccio diverso e utilizzare altre procedure. Spesso, i veterinari lavorano da soli e non dispongono di assistenza. Per questo motivo, è essenziale che l’approccio sia pratico ed efficiente.



